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mercoledì 30 marzo 2011

CENTRO ANZIANI ? NO CENTRO ALZHEIMER

Vi posto, un articolo che ho scritto sul nostro centro Alzheimer ,sul lavoro che vi si svolge ( io e la mia collega Laura  gestiamo il laboratorio artistico-manuale chiamato da noi laboratorio creativo ricreativo) buona lettura. Spero anche sia utile per chi è in cerca di informazioni


CENTRO ANZIANI ? NO CENTRO ALZHEIMER 

Mi è impossibile dirvi la mia età: cambia tutti i giorni.
Alphonse Allais

Spesso si tende a confondere i Centri Alzheimer con i Centri anziani: le due realtà sociali sono accomunate fondamentalmente dal fatto che sono entrambi luoghi dove è possibile socializzare e partecipare attivamente alla vita della comunità.
Sovente si pensa che i Centri Alzheimer siano luoghi di “svago” e di “custodia” per anziani, utili per alleggerire i famigliari che quotidianamente devono farsi carico delle difficoltà legate alla malattia.
Ora cercherò di spiegare in maniera semplice in che cosa consiste e quali sono le finalità del lavoro che viene svolto in un Centro Alzheimer:
I centri diurni Alzheimer, avvalendosi del lavoro di personale specializzato, ha il compito di aiutare le persone affette da questa patologia a conservare il più a lungo possibile le proprie capacità cognitive, manuali e sensoriali. Arginare dunque questa insidiosa patologia che con il tempo non solo porta via i ricordi ma fa dimenticare anche i gesti più elementari che si compiono durante la giornata: mangiare, cucinare, leggere, ecc…
Nello specifico, al Centro diurno“Tre fontane”, il centro dove noi operiamo, cerchiamo di aiutare gli utenti a contrastare (nei limiti del possibile) questa malattia con le seguenti attività:

Fisioterapia; musicoterapia; laboratorio biografico; laboratorio manuale; laboratorio teatrale; attività varie (giornale, giochi per attività cognitive , parole crociate ecc.)

Gli esercizi che la fisioterapista fa svolgere agli ospiti del Centro Alzheimer non solo servono per mantenere e combattere la rigidità dei muscoli e i vari problemi di artrosi , artrite e circolazione che possono insorgere con l’età avanzata, ma sono esercizi mirati a tenere in funzione le capacità motorie e di coordinazione degli arti, esercizi che vengono scanditi e intervallati da interruzioni dove si pongono domande adeguate per testare la capacità cognitiva degli utenti e stimolarne la memoria.

Gli approcci musicoterapici sono volti ad integrare funzioni cognitive, affettive, fisiche ed interpersonali, utilizzando tecniche attive e ricettive. Durante le sedute i pazienti cantano canzoni popolari, ascoltano musica, danzano sia liberamente sia coordinati dalla musico-terapeuta. Usano alcuni strumenti musicali (bacchette, triangolo, xilofono, tamburello ecc.), materiali di vario tipo (palle, fazzoletti colorati ecc.) ed eseguono tecniche di rilassamento.
Questi esercizi riattivano la memoria musicale ed emozionale, aiutano nella concentrazione, contengono l’aggressività e l’agitazione (in alcuni casi è l’unico laboratorio dove riescono a partecipare attivamente) .
Per quanto riguarda il laboratorio biografico, l’operatore, armato di molta pazienza e impegno, attraverso domande mirate, aiuta l’utente a ricordare e raccontare episodi della sua vita e del suo passato: lavoro, infanzia, matrimonio ecc. Tutto ciò, oltre a stimolare la memoria e il linguaggio e quindi a non far deteriorare le capacità cognitive, fa si che non vadano perduti stralci di vita importanti e che non cada l’oblio su tutto il passato personale di ognuno.
Il laboratorio manuale: gli operatori utilizzando vari tipi di materiale artistico (colori, vernici, pennelli, carta ecc.) e materiale riciclato (bottiglie, giornali, avanzi di lana, stoffa ecc.) coinvolgono un gruppo di utenti (6/8) in attività artistiche finalizzate alla creazione di oggetti, un insieme di operazioni importanti dirette al mantenimento delle capacità prassiche e relazionali. Per rendere maggiormente attraente per gli utenti il laboratorio artistico è molto importante il clima di armonia e di collaborazione che gli operatori riescono a creare. In alcuni casi (quando le capacità individuali sono più compromesse), le attività sono finalizzate esclusivamente ad allentare la tensione, far rilassare l’utente consentendogli di esprimersi in maniera non verbale.

Il laboratorio teatrale. In questo laboratorio è fondamentale il lavoro sulla concentrazione che gli operatori fanno insieme all’utente. Il deterioramento cognitivo è uno dei primi sintomi di questa malattia con la conseguente mancanza della memoria e della perdita delle competenze verbali e di attribuzione di significato. Gli operatori attraverso esercizi vocali e adoperando testi adattati alla caratteristiche di ognuno, fanno uso di tecniche specifiche per aiutare gli utenti a interpretare i testi, ad esprimere attraverso il linguaggio le loro emozioni, dando un rinforzo positivo alle loro interpretazioni gratificandoli con l’elogio e l’applauso. Di grande importanza è anche il momento di condivisione tra le persone coinvolte, le quali hanno la possibilità di esprimere come attori e spettatori nello stesso tempo, suggerimenti e critiche.
In tutte le attività di laboratorio, gli ospiti del Centro hanno la possibilità ad esprimere la propria creatività, di socializzare e conseguentemente di controllare l’aggressività e gli stati ansiosi-depressivi. I laboratori distolgono negli utenti l’attenzione dai disturbi somatici e dalla preoccupazione verso le loro condizioni di salute. Inoltre sperimentano un rafforzamento dell’autostima e il senso del proprio sé fortemente compromesso dalla malattia, anche attraverso le feste che periodicamente vengono organizzate dal Centro, durante le quali possono mostrare ai propri familiari il lavoro che hanno svolto e il percorso fatto.



Indovina come finisce...


...E' la domanda che mi ronza sempre nella testa quando sto per vedere un film horror o thriller. Appassionata del genere da quando ho memoria, mi accingo a vedere ogni nuovo film con la curiosità dei bambini. Mi metto seduta, Fanta in mano, copertina sulle gambe (al cinema mi metto appollaiata dentro la poltrona!), e comincio ad entrare nella testa dello sceneggiatore. Nella mia carriera di "cinefila" solamente per tre film mi sono alzata in piedi ad applaudire di cuore la mente che aveva partorito quelle storie: "The Others", "The sixth sense", "Saw" (il primo, mi raccomando!). Altre volte non ho avuto questo entusiasmo ma sono rimasta comunque soddisfatta; ultimamente, purtroppo, la frase che pronuncio al momento della parola Fine è: "l'avevo detto io". E' come un'epidemia: il serial killer di turno o il Male, impersonificato in genere in un bambino, non vengono uccisi, non svaniscono nel nulla. C'è il famigerato colpo di scena!! Chi viene ucciso non è il vero serial killer oppure sembrava morto ma in realtà non lo è, o ancora il Male, lo Spirito maligno, etc. si impossessa di altri corpi dopo aver lasciato quello morto. Me ne vengono in mente alcuni..."Skeleton Key", "Shelter","Splice", "Shutter Island" (prevedibilissimo!)...non ne scrivo altri per non rovinarvi il finale. Questa nuova moda di ribaltare la normale sequenza "morte" - "indagine" - "scoperta"- "cattura" mi va bene per uno, due film al massimo...al terzo inizio a indovinare tutto dal principio, e allora addio ad un finale entusiasmante. Dalle pagine di questo blog promuovo quindi una campagna per gli amanti del thriller/horror: BASTA CON I FINTI COLPI DI SCENA! Il pubblico non è stupido, non lo puoi prendere in giro per più di due film!!! Ormai abbiamo capito che:
  • il morto non è morto
  • il bambino non è poi così buono
  • quello che ha perso la memoria o non dorme in realtà ha una doppia personalità
  • il serial killer potrebbe essere lo stesso investigatore
  • quando il buono ha dato l'ennesima mazzata al cattivo e si gira di spalle, il cattivo sbarra gli occhi e partono i titoli di coda
  • se il buono si guarda allo specchio nove volte su dieci vede riflessi lunghi capelli neri (e basta!!!! Andava bene per "The Ring", ora BASTA!!!)
Sottoscrivete anche voi questo appello affinchè si torni ai cari, vecchi metodi: il buono vince, il cattivo perde! Almeno quando succede il contrario saremo un pò più stupiti di adesso!!!

domenica 27 marzo 2011

NON SOLO PITTORI FAMOSI NELLA STORIA DELL'ARTE

Nell'immaginario collettivo c'è sempre la presenza del pittore uomo con il pennello intento a realizzare un'opera. E le donne artiste? Per molti secoli restano 'invisibili'  fra le mura di casa o di un convento, dedite alle arti cosiddette minori quali il ricamo, la tessitura, la miniatura. Nel Medioevo non possono intraprendere
alcun tipo di apprendistato nelle botteghe d'arte o artigiane; per cui fino al 500 viene repressa e
ignorata ogni loro aspirazione artistica.
Vorrei iniziare questa mia storia dell'arte al femminile  con una delle prime pittrici che riuscì ad essere conosciuta all'estero. Vissuta nella metà del 50: Marietta Robusti,  figlia di un pittore famoso il Tintoretto, talmente brava che spesso la sua mano era confondibile con quella paterna.  Era una talentuosa ritrattista divenne così famosa che fu richiesta sia alla corte di Spagna che in quella d'Austria. Purtroppo del suo lavoro non è rimasto molto, confuso con quello del padre, ed anche perchè morì a soli 30 anni. Per cui le opere certe di Marietta detta anche la Tintoretta   non sono molte uno dei più famosi è  il Ritratto di uomo anziano con ragazzo, scoperto nel 1920 . A presto con la pittura al femminile

Piccoli dubbi tra amici

In questo pomeriggio domenicale di prima ora legale, vorrei sentire la vostra voce su due questioni affiorate dai discorsi fatti con Grace e Valy...
Primo sondaggio: Di che cosa siete in attesa? Riflettevo con Grace di come, in diversi momenti della nostra vita, si è spesso in attesa di qualcosa...per lavoro, amore, questioni pratiche sono molte le persone, le cose o gli avvenimenti che spesso si fanno attendere. Voi di cosa siete in attesa? Sbizzarritevi e sfogatevi anche se non ce la fate più ad aspettare...o diteci perchè vi è tanto dolce questa sosta...
Secondo sondaggio: Le cose più strane che pensate vi portino sfortuna... Per indurvi a rispondere a questo sondaggio non vi spiegherò come è nata questa domanda...se sarete solleciti e numerosi a dirci quali sono le vostre più strane superstizioni, vi racconterò quella più bizzarra che ho sentito io...ancora rido...
Popolo del blog, prendi parte alle nostre discussioni...per rimanere in tema, siamo in attesa delle vostre risposte, altrimenti peste vi colga!! : )

"Il discorso del Re" regia di Tom Hooper


Storia di un uomo poco interessante afflitto dai doveri di corte, dalla fedeltà al suo popolo e dalla proverbiale, stradetta, strarappresentata anaffettività dei parenti blasonati ; film educato perbenino, con attori a modo, che mi ha emozionato quanto la mia tazza di tea alla cinque. ( a Colin Firth interpretare questo ruolo viene difficile quanto a me soffiare il naso , guardatelo in film come " Love Actually"). Interessante invece, anche se solo accennato, il rapporto tra chiesa e politica che ieri come allora, in Inghilterra, è così differente dal nostro..il vescovo che deve incoronare Giorgio è ridotto ad una macchietta, quasi un nonnetto rincoglionito...merita una riflessione.






sabato 26 marzo 2011

What are You doing for The rest of Your life

dedicated to all those romantics who can't give them peace..good night

What are you doing the rest of your life?


What are you doing the rest of your life?
North and South and East and West of your life
I have only one request of your life
That you spend it all with me

All the seasons and the times of your days
All the nickels and the dimes of your days
Let the reasons and the rhymes of your days
All begin and end with me

I want to see your face in every kind of light
In the fields of dawn and the forests of the night
And when you stand before the candles on a cake
Oh, let me be the one to hear the silent wish you make

Those tomorrows waiting deep in your eyes
In the world of love that you keep in your eyes
I'll awaken what's asleep in your eyes
It may take a kiss or two

Through all of my life
Summer, Winter, Spring, and Fall of my life
All I ever will recall of my life
Is all of my life with you

venerdì 25 marzo 2011

DAY BY DAY....


Vi capita mai di pensare che avreste proprio bisogno di un pò più di tempo? A me sì!!

Lo penso la mattina mentre annaspo tra la matita per gli occhi ed i libri delle figlie sparsi in modo "creativo" per casa. Lo penso mentre sono in macchina, ferma nel traffico, e mi passa davanti agli occhi l'immagine del frigorifero che, anche stasera, resterà vuoto...o quasi. Lo penso mentre senza neanche l'aiuto di una bussola cerco di orientarmi tra i moduli della certificazione di qualità ed il menù della cena di compleanno. Lo penso mentre sollevo il cestino stracolmo al supermercato (ma non dovevo prendere solo due cose...??) e mi preparo ad affrontare quel simpaticone di Pitagora che, dopo anni di silenzio, si ripresenta nei problemi di geometria di Martina. Insomma è tutta una corsa ma, ad essere onesta, dubito che una legge per portare la giornata a 25 ore risolverebbe l'intricata situazione. Temo che, improvvisamente, spunterebbero (come dal cilindro del mago…) un'altra decina di cose improrogabili da fare ritrovandoci, in un attimo, da capo a dodici. E...quindi? Forse la colpa non è proprio tutta del tempo insufficiente. Credo che si potrebbe parlare, piuttosto, di un‘ equa co-responsabilità. Magari dovremmo imparare a correre di meno, selezionando quelle che sono le cose veramente importanti a cui pensare. Non sempre si può fare tutto, non sempre si può arrivare ovunque e non perchè non siamo abbastanza bravi, efficienti, organizzati....ma perchè il prezzo da pagare rischia di essere veramente troppo alto. Essere così presi dal seguire la tabella di marcia da finire col dimenticare "perchè" o, ancor peggio, "per chi", ci stiamo impegnando tanto. Fateci caso. Per cosa non abbiamo abbastanza tempo e vorremmo quella famosa "ora in più"? Azzardo. Per regalarci il piacere di stringere un libro tra le mani o di fare una passeggiata per il solo gusto di camminare o per telefonare all'amica che non sentiamo da settimane o per giocare a pallone con i figli o solo per oziare un pò (attività bistrattata che stimola la capacità di stare con sè stessi...esercizio fondamentale ed utilissimo troppo spesso dimenticato!). Ma, forse, ci accontenteremmo anche solo di avere il tempo di renderci conto di quello che stiamo facendo, di assaporare gli odori, i colori, i sapori, le emozioni dei nostri gesti, delle cose quotidiane, ridotte, sempre più spesso, solo ad una sequenza di gesti senza significato. Incredibile: in fondo vorremmo solo il tempo di vivere la nostra vita.Avrei tanta voglia di gridare come Mafalda "Fermate il mondo… voglio scendere!!!!", non per scappare Solo per riordinare le idee e rimettere a posto le cose a cui tengo. Non voglio correre il rischio di perderle...e di perderne un solo istante.

Stasera, però, mi sembra di aver fatto un piccolo passo in avanti (tutti i viaggi nascono con un passo...e poi un altro...): mi sono fermata qui a scrivere, mi sono un ritagliata un angolo dove mettere "nero su bianco" i miei pensieri e, chissà, magari qualcun altro avrà voglia di raccontarsi.Anche se già so che domattina tornerò nuovamente a sentirmi come il Coniglio Bianco di Alice che, tutto trafelato con l'orologio in mano, corre gridando a gran voce: "Presto... che è tardi!".

mercoledì 23 marzo 2011

NOTIZIE DAL FUTURO

Mi piace navigare nel web alla ricerca di storie e articoli sui giovani ragazzi/e nati negli anni '20 o giù di lì.
Mi piace scoprire che molti non sopravvivono ma vivono, si divertono, suonano, si informano, viaggiano, sono creativi e non si rassegnano al "tempo che passa" .
Mi piace raccogliere tutto il materiale che trovo per poi scrivere degli articoli brevi.
Mi piacerebbe raccontarverlo aprendo questa rubrica "notizie dal futuro"
Mi piacerebbe, infine ,che voi partecipaste con storie conosciute, sentite, trovate...ecc.
Vi posto il mio primo articolo buona lettura

80 anni suonati

Navigando sul web si trovano migliaia di notizie su giovani novantenni super-nonni, ricercatori di fama internazionale e rockettari incanutiti pieni di grinta e ironia... e proprio di un singolare gruppo rock che ho intenzione di parlarvi.
Si tratta dei “The Zimmers”, un gruppo musicale britannico formato da 40 pensionati dai 70 anni in su. Il nome, ironico, deriva da zimmer frame, termine usato nel Regno Unito per indicare il deambulatore – carrellino che usano le persone anziane con difficoltà di deambulazione (prende il nome dall'azienda produttrice “Zimmer”).
Il leader della formazione si chiama Alf Carretta, un arzillo novantenne che con la sua band ha avuto un successo strepitoso con la cover di “ My generation” degli Who, pietra miliare del rock. Racconta Alf: «avevano chiuso la sala di Bingo nel quartiere, punto di ritrovo con i miei amici, e non avendo avuto nessun tipo di riscontro, anche dopo varie proteste, abbiamo pensato di fondare questa band rock per poter raggruppare i soldi, comprare un pulmino e andare tutti insieme ad un'altra sala di bingo». Il loro successo è andato oltre ogni aspettativa, sono stati invitati come ospiti ad un famoso show a Los Angeles e tutti si sono molto divertiti scatenandosi durante la loro esibizione: ad esempio Grace, una dolce signora di 83 anni, alla fine della canzone rompe la chitarra sul palco come è “tradizione” tra le band rock, oppure la mascotte del gruppo, un simpatico idraulico centenario, compare alla fine del video musicale ed esibisce il dito medio in un inequivocabile gesto da vera rockstar.
Ma soprattutto, “The Zimmers”, con la loro energia, mandano un messaggio importante a tutte le generazioni: «anche se siamo vecchi non siamo affatto finiti. Abbiamo l’esperienza, un cervello e siamo okay. Non metteteci sotto il tappeto. Non fatelo».

martedì 22 marzo 2011

La leggenda del Bimby innamorato.


Codesta istoria ha per principio il punto in cui solitamente le fiabe pongon la parola "fine". Il Baldanzoso principe avea già impalmato la Giovin fanciulla quand'ella fece ingresso nel locale a lei più odioso del regal castello...la cucina....Benchè gli sforzi della novella sposa fossero numerosi, i commensali non riuscivan mai ad assaporare un pranzo degno di cotal nome. Fu così che il Baldanzoso, in preda alla più cupa angoscia e in un moto di inaspettata prodigalità, fece dono alla consorte di un ingegnoso artifizio, proveniente dalla lontana Germania. Il marchingegno portava nome "Bimby", d'aspetto sorridente, promettea di presentar nel desco succulenti piatti, al solo spinger di pochi tasti. Portato in spalla da quattro cavalieri, venne adagiato nella cucina, accanto a una statuetta Troll, dono di nozze dei reali norvegesi. Si sparse indi la voce per tutto il villaggio che la fanciulla ponesse con leggiadria gli ingredienti, tratti dal sacro ricettario, all'interno del divin boccale e che da esso fuoriuscissero portate apprezzate in qualsiasi parte del regno. Finchè un bel giorno la Giovine, gettando lo sguardo sull'amato Bimby, si accorse che si ergeva su di esso la figura del buffo Troll. Interrogati il Baldanzoso, i sudditi e i consiglieri, niuno sapea dare una spiegazione di questo movimento. I giorni passarono, i salti del piccolo elfo continuarono ma il Bimby, sempre più sorridente, sfornava piatti vieppiù deliziosi. Ma arrivò il cupo giorno in cui il Troll scomparve senza lasciare traccia...invano la fanciulla lo cercò negli angoli più reconditi della sua cucina, con l'aiuto delle sue guardie dalle scintillanti armi. Solo dopo tre dì, fu avvistato nei pressi di un attrezzo ormai dimenticato...la macchina per il pane... In quel preciso istante si spense un pò il sorriso del prezioso Bimby e la fanciulla comprese il dolore di un cuore infranto. Da allora il ragù fu sempre buono ma non raggiunse mai le elevate vette dei giorni addietro, mentre il pane divenne leggendario in tutto il regno. Solea allora la Giovin fanciulla narrare ai commensali un pò perplessi la tenera storia di un Bimby innamorato e abbandonato.
...ps...scritto per sorridere e far conoscere a voi lettori il mio osannato Bimby, protagonista indiscusso delle ricette da me descritte con dovizia di particolari mentre siam tutti seduti a pranzo!!

Hot competition!!! Papik vs Robert



Nome: Papik
Città: Roma
Età: 33 anni
Professione: Operatore Sociale
Descrizione: 1 metro e 73, bruno, ambrato, capelli bad style, ciglione lunghissime ricurve e mistificatrici, occhioni liquidi letali da ( cit.sua) "cane abbandonato sull'autostrada che vomita ". Perenne pizzetto, talvolta disordinato ma sempre ispirante.
Citazione preferita: "ho paura" ( ispirato all' " Urlo" di Munch )
Colore preferito: blu
Look: grandi magazzini reinterpretati con stile.
Capo di vestiario preferito: camicia o maglione scollo a V a pelle
Segni Particolari: elegante come una zanzara.
Vizi e virtù: un autentico gentleman, fumatore integralista, ottimo ascoltatore,parlatore da maratona, romantico.


Nome: Robert
Città: New York - Manhattan
Età: 45 anni
Professione: Attore, musicista e cantante
Descrizione: 1 metro e 70, capelli castani mossi con frezza laterale sinistra, occhioni intensi e vispi talvolta incorniciati da glamourous glasses, labbra da camera da letto, velo di barba stile " i know,i should do it but now let me finish my cigarette ok!!???"
Suono preferito: un incontrollabile scroscio di risate
Colore preferito: viola
Look: beetlejuice's look per le occasioni mondane e nel tempo libero un casual da bancarella esplosa.
Capo vestiario preferito: cappelli di qualsiasi foggia.
Segni particolari: camminata da papera, humour al vetriolo sciorinato con espressione impassibile.
Vizi e virtù: talento poliedrico, fuma come un turco ma guardate come si accende la sigaretta e se la passa da un angolo all'altro della bocca (Kiss kiss bang bang) e poi fatemi sapere.

Votate!! Votate!! Votate!! ;o)

lunedì 21 marzo 2011

prove tecniche di trasmissione

provo a caricare un video musicale da you tube 
L'ultimo di noemi a me piace molto

Vediamo dove mi porta la tastiera....

E' difficile trovare l'incipit per la prima pubblicazione sul blog...non sapere di preciso qual è l'argomento da trattare, le questioni da affrontare, per una "rigorosa" come me può diventare un problema. Allora lascio andare i pensieri e vediamo dove arriviamo...come nasce questo blog? sicuramente dalla voglia di trasmettere esperienze, pensieri ed interessi, personali e lavorativi, di un gruppo di persone che ogni giorno condividono non solo lo stesso posto di lavoro ma la stessa ricerca nel dare un "senso" a quello che si fa. Passiamo insieme 8 ore al giorno, tra alti e bassi, risate e arrabbiature e lo facciamo sempre mettendoci in gioco, ponendoci domande su quello che stiamo facendo o su quello che vorremmo fare. Sentiamo quindi il bisogno che le nostre riflessioni, i progetti, tutto quello che ci comunichiamo tra le stanze e i laboratori del centro, possa ricevere anche opinioni e commenti da chi è esterno alla nostra quotidianità. Perchè, in effetti, il nostro lavoro quotidiano diventa parte di noi, ci influisce e noi per primi lo influiamo con i nostri stati d'animo, il giorno che ci gira bene e quello in cui ci girano e basta!! ...con questo blog vorremmo invitare chiunque voglia a sedersi con noi al tavolo della nostra cucina, dove si parla, si scherza, ci si arrabbia, si piange anche, e si parla del nostro lavoro ma non solo... Se penso a come ci sono arrivata io a sedermi a quel tavolo mi sembra davvero incredibile: una quasi laureata in giursiprudenza che fa la segretaria da un avvocato (posto fisso e via dicendo), che però ogni mattina si sveglia con il cuore in gola, l'angoscia di un'altra giornata sentita come inutile, la consapevolezza di stare perdendo tempo...fino al giorno in cui capisce che quello che vuole fare è altro, trova il corso di oss che sembra dipingere esattamente quello che vuole diventare e da allora è stata una sorpresa dietro l'altra...fino a leggere l'annuncio di un centro alzheimer in cerca di personale. E' una delle immagini più care che ho: è l'ultimo giorno di lavoro dall'avvocato, saluto tutti, esco dallo studio, dalla metro, prendo la macchina, stereo e musica a tutto volume...c'è Elisa che canta e io a squarciagola dietro lei "quante cose che non sai di me, quante cose che non puoi sapere"...quante cose fino a quel momento non sapevo di me e di quello che volevo...da tre anni sto imparando a scoprirlo facendo quello che amo, come tutte le persone che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio percorso. Ecco, questo blog può servire anche a questo...raccontiamo tracce di noi...

domenica 20 marzo 2011

Il cigno nero / black swan - regia di Darren Aronofsky


Film disturbante e stranamente banale, non vuol essere un thriller perchè dall'inizio il regista ci rivela ciò che non dovremmo sapere per renderlo tale..è quindi la rappresentazione di una follia un ossessione senza speranza alcuna..alla fragilità allucinata della protagonista non si contrappone ness. figura umanamente valida ; il mondo del balletto è spietato e competitivo dove solo i duri di cuore sopravvivono ( ma lo stereotipo del coreografo sà di muffa) la sessualità è vissuta dalla protagonista come la perdizione, la perversione, la vittoria del male sul suo mondo di bambina, che la solita madre pazza vuole mantenere, come un mausoleo al di fuori del tempo.
Natalie è bravissima bella e sofferente..ma non cè poesia nonostante Čajkovskij, solo disperazione e malattia. Alcune rappresentazioni della percezione delirante della protagonista, sono interessanti , mentre altre "trovate" horror, visto la premessa, inutili.
Darren Aronofsky è anche il regista di " the wrestler", il nostro non è nuovo al tema dell'autodistruzione vissuta da artisti o atleti ambiziosi che ha nella morte l'unica via di redenzione/salvezza ; si potrebbe qui obiettare che Estwood fà lo stesso con la sua Million dollar baby..ma Clint è un poeta innamorato dei suoi protagonisti e non è mai bigotto, questo Aronofsky invece, mi ricorda la feroce morale misogina di Andersen e la sua " le scarpette rosse"
.

sabato 19 marzo 2011

Tuffarsi nei colori in un grigio venerdì di marzo

Venerdì 4 marzo, sveglia alle 6, brutto tempo, caffè, mi preparo svogliatamente per recarmi al lavoro, poi penso, appena riesco a connettere : "oggi mostra di Chagall con gli ospiti del Centro Alzheimer ".

Dovendo fare da guida alla mostra, e non essendo certo un' esperta di storia dell'arte ma una semplice cultrice della materia, per due settimane ho cercato notizie, informazioni, letto recensioni, accumulato materiale sulla vita di Chagall. Mi sono scervellata pensando a come potevo semplificare l'argomento.
Poi mi sono resa conto, che visto i problemi di memoria dei nostri ospiti una semplice biografia non sarebbe servita a molto.
Quindi mi sono concentrata sui quadri di Chagall, sui  colori da lui usati, sulle emozioni che mi trasmette e ho pensato a lui quando dipingeva i suoi quadri a cosa volesse dire. Ai suoi amanti che fluttuano nel Rosa carico, al Cristo immerso nel Rosso vivo per passare dall'azzurro fino al giallo del sole.
Ed è proprio su questo che ho basato la visita guidata alla  meravigliosa mostra "Il mondo sottosopra" anche se la location non è , secondo me, molto adatta.
Una volta arrivata all' Ara Pacis (dove è la mostra) con gli ospiti  del Centro (già molto contenti per quella gita fuori programma) avevo il timore di non riuscire a tenere viva l'attenzione a condividere le mie emozioni, a farli interessare ad uomini con la testa rovesciata, a galline di colore blu a persone che volano.
Invece, ecco come sempre le persone ti riescono a stupire, nonostante l'età, a volte la mancanza di una adeguata  istruzione , la loro semplicità, hanno dimostrato interesse, ascoltavano e soprattutto ammiravano quei capolavori e le mie paure sono svanite.Mi sono rilassata  e condiviso con tutti  le suggestioni dei dipinti.

Alla fine della visita gli ospiti del Centro mi hanno ringraziato e tutti soddisfatti ,dopo esserci riempiti gli occhi di quel mondo sottosopra  dove  l'impossibile diviene possibile, ci siamo avviati a Trastevere a soddisfare esigenze ben più materiali  ma questa è un'altra storia

"Tutte le domande e le risposte, si possono vedere sui quadri stessi. Ognuno può vederle a modo
suo, interpretare quello che vede e come vede. Spesso nei quadri sono nascoste più parole, silenzi e
dubbi di quanto le parole possano esprimere." Marc Chagall

venerdì 18 marzo 2011

cineamando

salve gente...sono molto emozionata quindi vi dò il benvenuto e passo subito al sodo...:)))

il mio spazio tratterà..lo sapete..?? ancora non sò dirvi esattamente di cosa: io non programmo quasi nulla, non per vezzo, ma perchè ne sono assolutamente incapace ma di cinema si! senz'altro: un tentativo di recensioni , riflessioni , ricerca ; ma anche di pensieri sul lavoro che si svolge all' interno del nostro ( mio e del mio collega Ivan) umile ma cazzutissimo laboratorio di teatro..
e di attori naturalmente: i miei soli dei..famosi famosissimi o del tutto sconosciuti ( gli attori sono tali perchè recitano davanti ad un pubblico, bastano tre persone per fare un pubblico e noi al centro siamo di più , giusto?) di performances di ieri e di oggi, di film di eri e di oggi ; vorrei dedicare anche del tempo, di quando in quando , per parlare delle colonne sonore che da sempre aiutano registi e spettatori ad evocare immagini superbe e familiari ...insomma tutta la magia che gira intorno a quest'arte meravigliosa che è" raccontare bugie per dire la verità"..
non ho mai fatto nulla del genere ma non intendo chiedere la vostra clemenza..sono una regista..sono nevrastenica ed egocentrica e dovreste vedere LORO : i nostri attori!!!
kenneth branagh non ha nessuno di così vanitoso caparbio e sincero !!
e.. per re giorgio!!!...anche se non sò esattamente di cosa scriverò..buona lettura :)


" se le nostre parvenze vi hanno offeso..immaginate e poco sarà il danno,
che quanto vi compare qui davanti
fu inganno,e che sognaste tuti quanti.." ( w.shakespeare . A Midsummer Night's Dream )

giovedì 17 marzo 2011

e adesso andiamo a cominciare....

La nascita di questo blog è frutto dell'esigenza di condividere  con altre persone il lavoro che svolgiamo presso il Centro Alzheimer in cui esercitiamo la nostra attività.
Il lavoro  si basa nella realizzazione di  laboratori creativi dove i nostri ospiti si cimentano con grande soddisfazione di tutti.
Chiaramente ognuno di noi contribuirà con la propria esperienza, mettendo in campo e in questo caso specifico nel blog i propri interessi, passioni e opinioni .
Buona lettura, visione ed ascolto e...aspettiamo i vostri commenti