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venerdì 8 aprile 2011

Simone de Beauvoir "la terza età"

UN SAGGIO INTERESSANTE E SEMPRE ATTUALE
Oggi mentre  scrivevo per il giornalino del Centro Alzheimer, dei piccoli  articoli da consegnare al nostro redattore capo (laura) , pensavo ad un libro letto anni fa, di Simone de Beauvoir scrittrice del Novecento francese, compagna di Jean Paul Sartre. Il libro in questione è La terza età (titolo originale: La vieillesse)che Simone de Beauvoir  nel 1970. Il saggio, che riunisce ed elabora dati e concetti medici, etnologici, storici, sociologici, psicologici e filosofici, divenne ben presto un conosciuto e apprezzato classico della gerontologia. Credo  sia importante per chi lavora nel settore o, per chiunque sia interessato all'argomento, leggerlo. Ve ne posto un estratto :
"Vecchiaia e vita quotidiana. Il vecchio è spesso indifferente alla cultura, non sa a che pro apprendere. Perduta la propria immagine, ambisce piuttosto alle decorazioni, ai titoli, agli onori. L'assenza di scopi provoca la noia. Aumenta la diffidenza, indotta dalla dipendenza. Per difendersi dall'ansietà si rifugia nelle abitudini, nell'ostilità e nell'avarizia. Gli sembra che il denaro possa proteggerlo dalle insidie del futuro e gli conservi una parvenza di potere.
Aumentano con l'età anche le turbe psicopatologiche.
Ma può essere pure che per taluni fortunati, la vecchiaia porti arricchimento e liberazione."
 Lei del suo libro scriveva:
 "I vecchi sono degli esseri umani? A giudicare dal modo con cui sono trattati nella nostra società, è lecito dubitarne. Per questa società, essi non hanno le stesse esigenze e gli stessi diritti degli altri membri della collettività: a loro si rifiuta anche il minimo necessario. Per tranquillizzare la coscienza della collettività, gli ideologi hanno forgiato miti, del resto contraddittori, che incitano l'adulto a vedere nell'anziano non un suo simile, ma un "altro": il saggio venerabile che domina dall'alto il mondo terrestre, o il vecchio folle stravagante e vanesio. Che lo si ponga al di sopra o al di sotto della nostra specie, resterà in ogni caso un esiliato. Ma piuttosto di travisare la realtà, si preferisce ignorarla radicalmente: la vecchiaia resta un segreto vergognoso, un soggetto proibito. È proprio questo il motivo che mi ha indotto a scrivere queste pagine. Ho voluto descrivere la condizione di questi paria e il loro modo di vivere, ho voluto fare ascoltare la loro voce: saremo costretti a riconoscere che si tratta di una voce umana. Si comprenderà allora che la sorte infelice loro riservata denuncia il fallimento dell'intero nostro sistema sociale: è impossibile conciliarla con la morale umanista professata dalle classi egemoni.
C'è questo e molto altro nel saggio della de Beauvoir: il rapporto dell'anziano con la propria immagine e col tempo, vissuto nella dimensione del ricordo, l'esperienza erotica, l'approssimarsi della morte.
Buona lettura

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