Oggi mentre scrivevo per il giornalino del Centro Alzheimer, dei piccoli articoli da consegnare al nostro redattore capo (laura) , pensavo ad un libro letto anni fa, di Simone de Beauvoir scrittrice del Novecento francese, compagna di Jean Paul Sartre. Il libro in questione è La terza età (titolo originale: La vieillesse)che Simone de Beauvoir nel 1970. Il saggio, che riunisce ed elabora dati e concetti medici, etnologici, storici, sociologici, psicologici e filosofici, divenne ben presto un conosciuto e apprezzato classico della gerontologia. Credo sia importante per chi lavora nel settore o, per chiunque sia interessato all'argomento, leggerlo. Ve ne posto un estratto :
"Vecchiaia e vita quotidiana. Il vecchio è spesso indifferente alla cultura, non sa a che pro apprendere. Perduta la propria immagine, ambisce piuttosto alle decorazioni, ai titoli, agli onori. L'assenza di scopi provoca la noia. Aumenta la diffidenza, indotta dalla dipendenza. Per difendersi dall'ansietà si rifugia nelle abitudini, nell'ostilità e nell'avarizia. Gli sembra che il denaro possa proteggerlo dalle insidie del futuro e gli conservi una parvenza di potere.
Aumentano con l'età anche le turbe psicopatologiche.
Ma può essere pure che per taluni fortunati, la vecchiaia porti arricchimento e liberazione."
Aumentano con l'età anche le turbe psicopatologiche.
Ma può essere pure che per taluni fortunati, la vecchiaia porti arricchimento e liberazione."
Lei del suo libro scriveva:

C'è questo e molto altro nel saggio della de Beauvoir: il rapporto dell'anziano con la propria immagine e col tempo, vissuto nella dimensione del ricordo, l'esperienza erotica, l'approssimarsi della morte.
Buona lettura
Buona lettura
grazie del consiglio..:)
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