PARLIAMO DI ALZHEIMER
Il
termine ‘DEMENZA’ indica un gruppo di malattie del sistema
nervoso centrale che causano un progressivo declino nelle capacità
di una persona di ricordare, pensare, imparare e svolgere le attività
del vivere quotidiano. Il paziente affetto da demenza dimostra
disturbi di memoria, pensiero, orientamento, attenzione,
comprensione, capacità di risolvere problemi, linguaggio e giudizio,
comportamento. I malati di demenza sono circa 1 milione nel nostro
Paese, oltre 6 milioni in Europa e oltre 30 milioni nel mondo. Tali
numeri sono destinati ad aumentare nel tempo e si stima che possano
raddoppiare entro il 2030.1
A
causa del progressivo invecchiamento della popolazione si assiste ad
un continuo aumento del numero di casi di demenza che rappresenta
dunque una delle più importanti emergenze che i sistemi sanitari dei
Paesi Occidentali si trovano ad affrontare nel terzo millennio.
La
malattia di Alzheimer è la causa più frequente di demenza nei
soggetti anziani. Si tratta di un disturbo neurodegenerativo
progressivo e fatale che si manifesta con deterioramento cognitivo e
della memoria, danno progressivo delle attività del vivere
quotidiano, e una varietà di sintomi psico-comportamentali. I
classici segni tipici della malattia di Alzheimer sono perdita di
memoria, deterioramento del linguaggio, della prassia, della capacità
di riconoscere volti, oggetti e luoghi noti e deficit visuospaziali.
Alterazioni neurologiche motorie e sensitive non sono comuni fino
alle ultime fasi della malattia. Disturbi psicologici e del
comportamento compaiono nel 90% dei casi di demenza di Alzheimer ed
insorgono in epoca variabile. I pazienti vanno progressivamente
incontro a perdita della propria autonomia nelle attività del vivere
quotidiano di più alto livello, come gestione delle finanze e l’uso
dei trasporti pubblici, fino a presentare totale non autosufficienza
anche nelle attività di base del vivere quotidiano (mangiare,
curarsi, usare la toilette, vestirsi etc.). Anche i disturbi
psico-comportamentali progrediscono lungo il decorso della malattia.
Depressione, ansia e apatia comunemente si sviluppano presto e
continuano per la durata della malattia. Psicosi e agitazione sono
caratteristiche delle fasi intermedie e più avanzate.
Ad
oggi non esiste una cura per la malattia di Alzheimer. Sono
disponibili dei farmaci sintomatici (anticolinesterasici e memantina)
in grado di alleviare i sintomi cognitivi, ritardare il decadimento
funzionale e migliorare la qualità della vita.2-5
Non esistono inoltre farmaci approvati per il trattamento dei sintomi
psico-comportamentali. La comparsa di tali sintomi, in particolare
aggressività, agitazione psico-motoria, deliri, insonnia,
rappresenta una reale emergenza medica per i pazienti con malattia di
Alzheimer e le loro famiglie. I sintomi psico-comportamentali sono
stati associati con aumentato rischio di morbidità, mortalità,
utilizzo di farmaci psicotropi, istituzionalizzazione, stress del
caregiver e conseguente aumento dei costi assistenziali e
socio-sanitari. I farmaci antipsicotici approvati per il trattamento
della schizofrenia sono i composti più largamente utilizzati per il
trattamento di tali disturbi se pur prescritti off-label.6
Si tratta tuttavia di composti per cui non esistono ad oggi
sufficienti prove di evidenza di efficacia nei pazienti con malattia
di Alzheimer e che sono gravati da pesanti effetti collaterali tra
cui effetti motori extrapiramidali ed aumentato rischio di ictus
cerebri e di morte
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