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sabato 9 novembre 2013

ALZHEIMER LA MEMORIA DEL BELLO

CURARE CON L'ARTE


Numerosi interventi terapeutici di tipo non farmacologico sono stati proposti per il trattamento dei disturbi cognitvi e psico-comportamentali della malattia di Alzheimer. Tali interventi includono approcci multistrategici quali la reality orientation therapy (ROT), basata su stimolazioni multimodali e facilitazioni spazio-temporali e ambientali, terapia della reminescenza basata sulla stimolazione delle risorse mnesiche residue e il recupero di esperienze emotivamente piacevoli, le tecniche di validazione basate sulla ricerca di contatti emotivi con la realtà del paziente, interventi comportamentali ambientali, terapia occupazionale, musicoterapica, aromaterapia, fototerapia. Tali tipologie di trattamento hanno come target pazienti in fase lieve-moderata di decadimento cognitivo. Nonostante diversi interventi non farmacologici per il trattamento della malattia di Alzheimer siano stati proposti e sperimentati, ad oggi evidenze consolidate di efficacia sono disponibili solo per interventi di ROT.
Nell’ultima decade, evidenze osservazionali hanno suggerito che l’arte e le attività creative possono esercitare un ruolo terapeutico nei pazienti con malattia di Alzheimer rispetto ad alcuni aspetti cognitivi e più marcatamente sui sintomi psico-comportamentali. Evidenze relative ad un possibile ruolo terapeutico dell’arte nella malattia di Alzheimer derivanti da trial clinici controllati sono tuttavia ad oggi estremamente limitate. Rusted e colleghi hanno condotto un trial clinico controllato multicentrico al fine di valutare l’efficacia di un intervento basato sul coinvolgimento di 45 pazienti con malattia di Alzheimer in attività di tipo artistico sotto la guida di un terapista dell’arte.12 Tale intervento a confronto con attività ricreative non inerenti l’arte è risultato migliorare l’acuità mentale e l’abilità di socializzazione, ridurre l’ ansia e favorire l’interazione fisica e la partecipazione alle attività proposte.
Nell’ultima decade sono stati evidenziati correlati cerebrali anatomici e neurofisiologici della simmetria e del bello. L’arte visiva stimola delle aree selezionate del cervello umano e attiva specifici processi cognitivi.13-15 L’interazione tra arte e pazienti con malattia di Alzheimer attraverso la esposizione alle opere artistiche e la discussione intorno ad esse offre all’ individuo la possibilità di ricevere una stimolazione intellettiva, scambiare idee, connettere il proprio vissuto personale con la realtà ritratta nell’arte, accedere ad esperienze personali e memorie, aumentare la propria autostima. Questi processi possono influenzare positivamente la cognizione dei pazienti con malattia di Alzheimer ed esercitare un effetto più evidente sui sintomi psico-comportamentali e l’engagement sociale di questi pazienti. Alcune esperienze suggeriscono che l’arte visiva, agendo sui circuiti emozionali che restano a lungo preservati nel decorso della malattia di Alzheimer, può migliorare l’umore, ridurre l’ansia e sollecitare la preservazione delle abilità residue. Sulla base di queste premesse il Museum of Modern Art (MOMA) di New York in collaborazione con il Psychosocial Research and Support Program of the New York University Center of Excellence for Brain Aging and Dementia, ha lanciato nel 2006 un programma di visite guidate per pazienti con demenza di Alzheimer in fase lieve e per i loro caregiver volto ad  incoraggiare l'espressione e la creatività dei pazienti con malattia di Alzheimer.16 L’osservazione di opere scelte ha avuto un efficace impatto sul dialogo e l’emotività. Una équipe specializzata ha coinvolto i partecipanti nell’osservazione di alcune opere del MOMA, inclusi opere di arte contemporanea (Matisse, Picasso, Pollock, etc.) e ad oggi il programma, che è stato esteso poi ad altre città, include molte centinaia di persone.
Nel nostro Paese, evidenze di un possibile ruolo positivo dell’arte nella malattia di Alzheimer con particolare rispetto alle turbe dell’umore e al livello di interazione sociale sono state prodotte nell’ambito della parte pilota del progetto AD-Arte condotto in collaborazione tra l’unità Valutativa Alzheimer dell’ospedale Cardarelli di Napoli, l’associazione culturale Makè e la soprintendenza BAP PSAE e ospitato presso Palazzo Reale a Napoli.

2. OBIETTIVI
Il presente progetto nasce da una collaborazione tra il Centro di Medicina dell’Invecchiamento del Policlinico A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore e la Soprintendenza alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Obiettivo primario di questo progetto è quello di valutare l’impatto di un intervento terapeutico non farmacologico basato sulla esposizione ad arti visive in setting museale sui sintomi cognitivi e psico-comportamentali di pazienti con demenza di Alzheimer in fase lieve-moderata (MMSE >=16). Obiettivi secondari del progetto includono la valutazione dell’impatto del suddetto intervento sul di stress dei caregiver, la valutazione del livello di soddisfazione di pazienti e caregiver nei riguardi dell’intervento effettuato, l’impatto dell’intervento effettuato sul tasso di utilizzo di farmaci ansiolitici, ipnotici, antidepressivi e antipsicotici da parte dei pazienti.

3. METODOLOGIA

3.1. DISEGNO DI STUDIO
Al fine di rispondere alle domande di studio verrà condotto un trial clinico controllato randomizzato in singolo cieco. L’unità di analisi sarà costituita dalla diade paziente – caregiver. I partecipanti (pazienti e rispettivi caregiver) verranno assegnati in maniera random ai due bracci dello studio:
  1. gruppo di intervento di arte-terapia: pazienti e caregiver randomizzati ad essere sottoposti all’intervento terapeutico non farmacologico basato su esposizione ad arti visive in setting museale in aggiunta a cure standard (trattamento farmacologico con farmaci anticolinesterasici e/o memantina per i pazienti e counseling per i caregiver);
  2. gruppo di intervento alternativo basato su tecniche di rilassamento fisico: pazienti e caregiver randomizzati ad essere sottoposti ad intervento di terapia fisica di rilassamento presso il centro Fitness del Centro di Medicina dell’Invecchiamento del policlinico A. Gemelli, in aggiunta a cure standard (trattamento farmacologico con farmaci anticolinesterasici e/o memantina per i pazienti e counseling per i caregiver);

I pazienti inclusi nello studio verranno sottoposti presso la Clinica della Memoria del Centro di Medicina dell’Invecchiamento del Policlinico A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore alle regolari visite cliniche di controllo previste dal piano di cura individuale secondo il giudizio del medico curante per l’intera durata del progetto.

3.2 POPOLAZIONE
La ‘source population’ per il presente progetto è rappresentata dai pazienti affetti da demenza di Alzheimer che afferiscono alla Clinica della Memoria del Centro di Medicina dell’Invecchiamento del Policlinico A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore.

3.2.1 NUMERO DI PAZIENTI
Ad oggi, evidenze di efficacia della esposizione alle arti visive su gli aspetti cognitivi e psico-comportamentali dei pazienti con demenza di Alzheimer e sullo stress dei caregiver derivano da esperienze osservazionali aneddotiche e da un limitato numero di studi di intervento con disegno pre-post a singolo gruppo. Tali studi sono limitati da assenza di gruppo di controllo, utilizzo di strumenti di valutazione creati ad hoc e non validati in ambito di ricerca clinica, disomogeneità dei campioni riguardo l’eziologia e la severità della demenza. Ad oggi non sono disponibili evidenze derivate da trial clinici controllati randomizzati che suggeriscano e stimino un effetto della esposizione alle arti visive in setting museale sugli aspetti cognitivi e comportamentali dei pazienti con demenza di Alzheimer e sullo stress del caregiver. Pertanto, in relazione alla impossibilità di effettuare un calcolo statistico del potere dello studio e della numerosità del campione basato su dati precedenti di letteratura, si è ritenuto appropriato includere nel presente progetto il massimo numero di soggetti che potessero essere accolti nel programma di esposizione alle arti visive proposto ed effettuato dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma (8 pazienti e 8 caregiver) ed un pari numero di soggetti costituenti il gruppo di confronto (8 pazienti e 8 caregiver). Il numero totale di partecipanti al progetto risulterà pertanto di 32 pazienti e 32 caregiver. I risultati del presente progetto forniranno evidenze iniziali per il disegno e la conduzione di trial clinici controllati volti a valutare l’efficacia e l’efficienza di interventi non farmacologici basati sulla esposizione ad arti visive in più ampi campioni di pazienti affetti da demenza di Alzheimer.






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