CURARE CON L'ARTE
Numerosi
interventi terapeutici di tipo non farmacologico sono stati proposti
per il trattamento dei disturbi cognitvi e psico-comportamentali
della malattia di Alzheimer. Tali interventi includono approcci multistrategici quali la reality
orientation therapy (ROT), basata su stimolazioni multimodali e
facilitazioni spazio-temporali e ambientali, terapia della
reminescenza basata sulla stimolazione delle risorse mnesiche residue
e il recupero di esperienze emotivamente piacevoli, le tecniche di
validazione basate sulla ricerca di contatti emotivi con la realtà
del paziente, interventi comportamentali ambientali, terapia
occupazionale, musicoterapica, aromaterapia, fototerapia. Tali
tipologie di trattamento hanno come target pazienti in fase
lieve-moderata di decadimento cognitivo. Nonostante diversi
interventi non farmacologici per il trattamento della malattia di
Alzheimer siano stati proposti e sperimentati, ad oggi evidenze
consolidate di efficacia sono disponibili solo per interventi di ROT.
Nell’ultima
decade, evidenze osservazionali hanno suggerito che l’arte e le
attività creative possono esercitare un ruolo terapeutico nei
pazienti con malattia di Alzheimer rispetto ad alcuni aspetti
cognitivi e più marcatamente sui sintomi psico-comportamentali.
Evidenze relative ad un possibile ruolo terapeutico dell’arte nella
malattia di Alzheimer derivanti da trial clinici controllati sono
tuttavia ad oggi estremamente limitate. Rusted e colleghi hanno
condotto un trial clinico controllato multicentrico al fine di
valutare l’efficacia di un intervento basato sul coinvolgimento di
45 pazienti con malattia di Alzheimer in attività di tipo artistico
sotto la guida di un terapista dell’arte.12
Tale intervento a confronto con attività ricreative non inerenti
l’arte è risultato migliorare l’acuità mentale e l’abilità
di socializzazione, ridurre l’ ansia e favorire l’interazione
fisica e la partecipazione alle attività proposte.
Nell’ultima
decade sono stati evidenziati correlati cerebrali anatomici e
neurofisiologici della simmetria e del bello. L’arte visiva stimola
delle aree selezionate del cervello umano e attiva specifici processi
cognitivi.13-15
L’interazione tra arte e pazienti con malattia di Alzheimer
attraverso la esposizione alle opere artistiche e la discussione
intorno ad esse offre all’ individuo la possibilità di ricevere
una stimolazione intellettiva, scambiare idee, connettere il proprio
vissuto personale con la realtà ritratta nell’arte, accedere ad
esperienze personali e memorie, aumentare la propria autostima.
Questi processi possono influenzare positivamente la cognizione dei
pazienti con malattia di Alzheimer ed esercitare un effetto più
evidente sui sintomi psico-comportamentali e l’engagement sociale
di questi pazienti. Alcune
esperienze suggeriscono che l’arte visiva, agendo sui circuiti
emozionali che restano a lungo preservati nel decorso della malattia
di Alzheimer, può migliorare l’umore, ridurre l’ansia e
sollecitare la preservazione delle abilità residue. Sulla
base di queste premesse il Museum of Modern Art (MOMA) di New York in
collaborazione con il Psychosocial Research and Support Program of
the New York University Center of Excellence for Brain Aging and
Dementia, ha lanciato nel 2006 un programma di visite guidate per
pazienti con demenza di Alzheimer in fase lieve e per i loro
caregiver volto ad incoraggiare l'espressione e la creatività
dei pazienti con malattia di Alzheimer.16
L’osservazione di opere scelte ha avuto un efficace impatto sul
dialogo e l’emotività. Una équipe specializzata ha coinvolto i
partecipanti nell’osservazione di alcune opere del MOMA,
inclusi opere di arte contemporanea (Matisse, Picasso, Pollock, etc.)
e ad oggi il programma, che è stato esteso poi ad altre città,
include molte centinaia di persone.
Nel
nostro Paese, evidenze di un possibile ruolo positivo dell’arte
nella malattia di Alzheimer con particolare rispetto alle turbe
dell’umore e al livello di interazione sociale sono state prodotte
nell’ambito della parte pilota del progetto AD-Arte condotto in
collaborazione tra l’unità Valutativa Alzheimer dell’ospedale
Cardarelli di Napoli, l’associazione culturale Makè e la
soprintendenza BAP PSAE e ospitato presso Palazzo Reale a Napoli.
2.
OBIETTIVI
Il
presente progetto nasce da una collaborazione tra il Centro di
Medicina dell’Invecchiamento del Policlinico A. Gemelli, Università
Cattolica del Sacro Cuore e la Soprintendenza alla Galleria Nazionale
di Arte Moderna di Roma. Obiettivo primario di questo progetto è
quello di valutare l’impatto di un intervento terapeutico non
farmacologico basato sulla esposizione ad arti visive in setting
museale sui sintomi cognitivi e psico-comportamentali di pazienti con
demenza di Alzheimer in fase lieve-moderata (MMSE >=16). Obiettivi
secondari del progetto includono la valutazione dell’impatto del
suddetto intervento sul di stress dei caregiver, la valutazione del
livello di soddisfazione di pazienti e caregiver nei riguardi
dell’intervento effettuato, l’impatto dell’intervento
effettuato sul tasso di utilizzo di farmaci ansiolitici, ipnotici,
antidepressivi e antipsicotici da parte dei pazienti.
3.
METODOLOGIA
3.1.
DISEGNO DI STUDIO
Al
fine di rispondere alle domande di studio verrà condotto un trial
clinico controllato randomizzato in singolo cieco. L’unità di
analisi sarà costituita dalla diade paziente – caregiver. I
partecipanti (pazienti e rispettivi caregiver) verranno assegnati in
maniera random ai due bracci dello studio:
- gruppo di intervento di arte-terapia: pazienti e caregiver randomizzati ad essere sottoposti all’intervento terapeutico non farmacologico basato su esposizione ad arti visive in setting museale in aggiunta a cure standard (trattamento farmacologico con farmaci anticolinesterasici e/o memantina per i pazienti e counseling per i caregiver);
- gruppo di intervento alternativo basato su tecniche di rilassamento fisico: pazienti e caregiver randomizzati ad essere sottoposti ad intervento di terapia fisica di rilassamento presso il centro Fitness del Centro di Medicina dell’Invecchiamento del policlinico A. Gemelli, in aggiunta a cure standard (trattamento farmacologico con farmaci anticolinesterasici e/o memantina per i pazienti e counseling per i caregiver);
I
pazienti inclusi nello studio verranno sottoposti presso la Clinica
della Memoria del Centro di Medicina dell’Invecchiamento del
Policlinico A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore alle
regolari visite cliniche di controllo previste dal piano di cura
individuale secondo il giudizio del medico curante per l’intera
durata del progetto.
3.2
POPOLAZIONE
La
‘source population’ per il presente progetto è rappresentata dai
pazienti affetti da demenza di Alzheimer che afferiscono alla Clinica
della Memoria del Centro di Medicina dell’Invecchiamento del
Policlinico A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore.
3.2.1
NUMERO DI PAZIENTI
Ad
oggi, evidenze di efficacia della esposizione alle arti visive su gli
aspetti cognitivi e psico-comportamentali dei pazienti con demenza di
Alzheimer e sullo stress dei caregiver derivano da esperienze
osservazionali aneddotiche e da un limitato numero di studi di
intervento con disegno pre-post a singolo gruppo. Tali studi sono
limitati da assenza di gruppo di controllo, utilizzo di strumenti di
valutazione creati ad hoc e non validati in ambito di ricerca
clinica, disomogeneità dei campioni riguardo l’eziologia e la
severità della demenza. Ad oggi non sono disponibili evidenze
derivate da trial clinici controllati randomizzati che suggeriscano e
stimino un effetto della esposizione alle arti visive in setting
museale sugli aspetti cognitivi e comportamentali dei pazienti con
demenza di Alzheimer e sullo stress del caregiver. Pertanto, in
relazione alla impossibilità di effettuare un calcolo statistico del
potere dello studio e della numerosità del campione basato su dati
precedenti di letteratura, si è ritenuto appropriato includere nel
presente progetto il massimo numero di soggetti che potessero essere
accolti nel programma di esposizione alle arti visive proposto ed
effettuato dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma (8
pazienti e 8
caregiver)
ed un pari numero di soggetti costituenti il gruppo di confronto (8
pazienti e 8
caregiver).
Il numero totale di partecipanti al progetto risulterà pertanto di
32
pazienti
e
32
caregiver. I risultati del presente progetto forniranno evidenze
iniziali per il disegno e la conduzione di trial clinici controllati
volti a valutare l’efficacia e l’efficienza di interventi non
farmacologici basati sulla esposizione ad arti visive in più ampi
campioni di pazienti affetti da demenza di Alzheimer.
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