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venerdì 8 novembre 2013


Dal “Laboratorio Manuale” al progetto “Ricordi di gusto”






In tre anni di laboratorio manuale ci siamo rese conto di quante potenzialità hanno i nostri ospiti.
Non solo lavorano fianco a fianco per realizzare i progetti che noi suggeriamo loro, ma con il passare del tempo hanno acquistato sicurezza: sono diventati propositivi, hanno via via dato il loro fattivo contributo suggerendo idee e dando consigli utili ed efficaci.
Ciò a dimostrazione che il “saper fare” non si dimentica facilmente e così antichi gesti riemergono come per incanto dai labirinti della memoria. Abbiamo allora capito che potevamo attingere dai ricordi dei nostri ospiti per creare un libro che parlasse di loro e dei loro vissuti proprio partendo dal saper fare quotidiano, da una gestualità reiterata e dunque familiare legata ai cibi e alla preparazione dei pasti. Dunque, rievocare ricette, raccontare di pasti ordinari e festivi, attraverso un intreccio narrativo che mescola storie personali e famigliari ed eventi di portata più ampia, sociali, storici. Le narrazioni intorno all’esecuzione di un piatto, anche senza sapere con precisione le quantità degli ingredienti impiegati, hanno rappresentato il “pretesto” per far emergere, anche se in maniera frammentaria, le situazioni in cui veniva preparato. I saperi e la manualità culinaria che sono emersi dai racconti hanno consentito di ricomporre le tessere di un mosaico variegato fatto di colori, odori, sapori, fragranze. In definitiva una cucina della memoria attraverso la memoria della cucina.

maria grazia e laura

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