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mercoledì 11 maggio 2011

DA COSA NASCE COSA

Il Laboratorio del riciclo creativo "Riciclarte"
Tutto  ebbe inizio durante lo svolgimento delle attività di laboratorio manuale, nel corso delle quali cerchiamo di far emergere dai racconti dei partecipanti i loro ricordi legati alle fasi della loro vita ed attingere così ai loro saperi spesso inespressi, alle loro abilità nel creare o riparare oggetti. Sollecitati a frugare  tra gli “scaffali” della memoria, i partecipanti sono invitati  a raccontare la loro gioventù, a riferire delle loro abilità manuali, della cultura materiale in cui erano immersi, dove spesso gli oggetti in disuso non venivano gettati via come si fa oggigiorno nella nostra società dello spreco, ma venivano messi da parte, per essere eventualmente riutilizzati. Ai loro tempi, ci spiegano, tutto era utile e non si buttava nulla, tutto poteva servire...un piccolo pezzo di spago, il vetro, così prezioso, tanto che esisteva il vuoto a rendere o la carta di giornale, che veniva usata per foderare il secchio della pattumiera o riutilizzata come combustibile nelle stufe ecc.
Questi racconti hanno indotto me e la mia collega Laura a riflettere sui nostri tempi, dove al contrario l’industrializzazione ed il boom economico degli anni ‘60 ha innescato quella corsa ad un consumismo sfrenato che ha raggiunto oggi proporzioni gigantesche, dove gli oggetti hanno vita breve e nulla viene conservato per un eventuale riutilizzo. Tutto ciò ha come conseguenza un inquinamento dell’ambiente sempre più pervasivo e preoccupante per la salute del pianeta e dei suoi abitanti. Oggi si cerca di correre ai ripari con campagne di sensibilizzazione alle questioni di tutela ambientale e al ricorso di buone pratiche  come la raccolta differenziata, il risparmio energetico, lo sviluppo sostenibile, l’acquisizione del concetto di “rifiuto” inteso come “risorsa”. Un contributo significativo si tenta di darlo anche con il “riciclo creativo”, cioè  quelle pratiche, attraverso le quali, si può dare nuova vita agli oggetti cosiddetti “da buttare”.

Collane ed orecchini realizzate dai nostri ospiti,
 con perline di carta riciclata di giornali e riviste.
La creatività non sembra conoscere limiti quando si tratta di reinventare un oggetto a partire dagli scarti destinati alla discarica: da semplici oggetti, a monili, a soluzioni di arredo fino a vere e proprie opere d’arte...il “riciclo” dà luogo a infinite forme e risultati; il “riciclo creativo” è diventato nel tempo una “buona pratica” capace di indicare la strada per un maggiore rispetto per l’ambiente e l’ecosistema. Noi, con le nostre attività, vogliamo contribuire nel nostro piccolo alla salvaguardia dell’ambiente e a promuovere la creatività come espressione del sé, e ci sembra una buona idea convertire il nostro laboratorio manuale in laboratorio del “riciclo creativo” che potremmo soprannominare “RICICLARTE” ovvero l’arte del riciclo.

 Abbiamo iniziato a raccogliere giornali, bottiglie, cd e relative custodie, tappi, vecchi scarti di lana, ecc. con la partecipazione entusiasta dei nostri ospiti e delle nostre colleghe del Centro. Internet ci ha fornito dei validi spunti di lavori  da attuare, ma abbiamo privilegiato oggetti e manufatti di facile esecuzione per i partecipanti al laboratorio, i quali sono sempre disponibile e aperti a ciò che proponiamo, anche quando, a volte, il compito risulta  piuttosto impegnativo sia per noi che conduciamo il laboratorio sia per loro che ne sono parte attiva. In ogni caso siamo contente che siano soddisfatti e stupiti nel vedere “sbocciare” un fiore da una bottiglia di plastica o veder realizzato un cestino da un giornale. Pensiamo che sia importante e gratificante per gli ospiti del Centro creare degli oggetti a partire dal materiale riciclato: quell’abitudine di mettere da parte bottoni, vecchi nastri,  carta da regalo usata, finalmente non può essere più etichettata come “mania senile”, spesso frettolosamente liquidata con frasi del tipo:”sono anziani, mettono da parte anche le cose inutili, non buttano via niente”. Il buttare via gli oggetti vecchi che non servono più non è forse una metafora della condizione dell’anziano nella nostra società fondata sull’efficientismo e la prestanza fisica? Meditiamo gente, meditiamo.

Grazia


 

 












































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