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sabato 21 maggio 2011

- contro i tagli nel sociale - SAPERNE DI PIU' SULL'ALZHEIMER


Alzheimer la malattia dal nome strano

La perdita progressiva della memoria è uno dei sintomi più comuni della malattia di Alzheimer. È spesso il primo segnale che induce a sospettare che qualcosa non va e a rivolgersi ad un medico.
Ci sono vari tipi di perdita di memoria. Nella malattia di Alzheimer, la memoria dei fatti recenti tende ad essere la più colpita, mentre la memoria a lungo termine resiste per molti anni dall'inizio della malattia. Accade così che i malati di demenza ricordino cose che hanno fatto anni prima, ma non riescano a ricordare se hanno già fatto colazione. La perdita di memoria interferisce con le attività quotidiane e con la capacità di tenere una conversazione, ma forse una delle conseguenze più drammatiche è l'incapacità di imparare. La perdita di memoria può essere irritante (ad es. quando il malato dimentica il nostro nome) o motivo di preoccupazione (ad es. quando il malato dimentica il gas acceso). Anche il malato può esserne estremamente turbato, manifestando confusione, umiliazione e vergogna. Specialmente allo stadio iniziale, è facile che il malato cerchi di nascondere, per imbarazzo o vergogna, alcune conseguenze della sua perdita di memoria. In seguito ne sarà meno cosciente, ma continuerà a soffrirne le conseguenze, come la perdita dell'indipendenza e il senso di frustrazione. In Italia  ne soffrono circa 800.000 persone, e 26.6 milioni nel mondo secondo uno studio della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora USA , con una netta prevalenza di donne (per via della maggior vita media delle donne rispetto agli uomini).

Le difficolltà maggiori dovute a questa patologia (oltre la persona colpita dall'alzheimer)  le vivono i familiari, soprattutto i figli, in primo luogo perchè è difficile accettare che un genitore che ti ha cresciuto, indirizzato e sostenuto non ricordi neanche il tuo nome, nè quando sei nato , nè che lavoro fai. per cui sembra che venga meno anche l'affetto, in secondo luogo questa malattia è una malattia lenta e progressiva (fino alla totale mancanza di autosufficienza)  e diventa impegnativo e molto spesso impossibile  per un familare occuparsi totalmente del proprio congiunto.
Purtroppo in Italia,  si continua a tagliare sul welfare, - in molte le regioni i tagli sul sociale sono stati dell'80% - quindi i  familiari si trovano senza sostegno ,(a parte le associazioni di volontariato come ad esempio ALZHEIMER ITALIA)   con pochissime strutture (molte di loro sono private e costosissime)  e ancor meno informazioni.(molti parenti non sanno a chi rivolgersi, non sanno l'iter da seguire nè quali servizi sono disponibili) 
Il peso grava, quindi , tutto sulla famiglia. E, anzi, dobbiamo ringraziare le numerosi badanti che si prendono cura constatemente di queste persone e sostengono così le famiglie.
Ho voluto  approfondire,l'argomento su questa patologia, visto che lavoro in un Centro Alzheimer, ma soprattutto ho voluto mettere in evidenza, cogliendo questa occasione. la problematica dei tagli che questo governo sta effettuando sul sociale, con grave danno nei confronti degli anziani, disabili, psichiatrici ecc. e dei loro familiari , e con grave danno per tutti quegli operatori che da anni lavorano in questo settore (stipendi non pagati da mesi, cooperative costrette a licenziare o a chiudere) . Io penso che se un governo non investe  capitali nel sociale, anzi  riduce drasticamente   i fondi perchè superflui, ha fallito nel suo mandato. Perchè lo stato deve garantire a tutti una vita dignitosa e dare a tutti le pari opportunità per vivere.
Poi ipocritamente, però,  punta il dito contro a tutte quelle persone che sono convinte che un malato terminale  attraverso l'eutanasia  possa avere una morte dignitosa .

sabato 14 maggio 2011

NON SOLO PITTORI FAMOSI IV

ARTEMISIA GENTILESCHI  ULTIMA PARTE
"Se una persona potesse conoscere per certo quello che un'altra persona sta pensando o facendo, la solitudine cesserebbe di esistere a questo mondo. "                         Artemisia Gentileschi

BIOGRAFIA SECONDA PARTE
Giuditta con la sua ancella  Palazzo Pitti Firenze

Artemisia dopo essere andata via da Firenze (come scritto nel post precedente) arrivò a Roma,  come donna ormai indipendente, in grado di prender casa e di crescere le figlie. Oltre a Prudenzia (nata dal matrimonio con Pierantonio Stiattesi), ebbe una figlia naturale, nata probabilmente nel 1627.

La Roma di quegli anni vedeva ancora la presenza di molti caravaggeschi  ma vedeva anche il
crescente successo del classicismo. Artemisia seppe cogliere questa novità  artistica ed appropriarsene in maniera adeguata e divenire una delle protagoniste di quel periodo. Entrò anche a far parte dell'Accademia dei Desiosi.
Tuttavia, nonostante la reputazione artistica, la sua forte personalita' e la rete di buone relazioni, il soggiorno di Artemisia nella sua Roma non fu cosi' ricco di commesse come avrebbe desiderato. L'apprezzamento della sua pittura era forse circoscritto  alla sua abilita' di mettere in scena le eroine bibliche: erano a lei precluse le ricche commesse dei cicli affrescati e delle grandi pale di altare. Difficile, per l'assenza di fonti documentali, e' seguire tutti gli spostamenti di Artemisia in questo periodo. È certo che tra il 1627 ed il 1630 si stabilì, forse alla ricerca di migliori commesse, a Venezia: lo documentano gli omaggi che ricevette da letterati della citta' lagunare che ne celebrarono le qualita' di pittrice.
 Nel 1630 Artemisia si reco' a Napoli
L'esordio artistico di Artemisia a Napoli e' rappresentato forse dalla Annunciazione del Museo di Capodimonte. Poco piu' tardi, il trasferimento nella metropoli partenopea fu definitivo, e li' l'artista sarebbe rimasta - salvo la parentesi inglese e trasferimenti temporanei - per il resto della sua vita. Napoli (pur con qualche costante rimpianto per Roma) fu dunque per Artemisia una sorta di seconda patria . A Napoli per la prima volta, Artemisia si trovo', a dipingere tele per una cattedrale, quelle dedicate alla Vita di San Gennaro a Pozzuoli.
 Nel 1638 Artemisia raggiunse il padre a Londra, presso la corte di Carlo I .La fama di Artemisia incuriosì Carlo I, e non e' un caso che nella sua collezione fosse presente una tela di Artemisia di grande suggestione, l'Autoritratto in veste di Pittura.

Artemisia ebbe dunque a Londra una sua attivita' autonoma che continuo' per un po' di tempo anche dopo la morte del padre (anche se non sono note opere attribuibili con certezza a questo periodo). Sappiamo che nel 1642, alle prime avvisaglie della guerra civile, Artemisia aveva gia' lasciato l'Inghilterra. Poco o nulla si sa degli spostamenti successivi. E' un fatto che nel 1649 la troviamo nuovamente a Napoli, in corrispondenza con il collezionista Don Antonio Ruffo di Sicilia che fu suo mentore e buon committente in questo secondo periodo napoletano. L'ultima lettera al suo mentore che noi conosciamo e' del 1650 e testimonia come l'artista fosse ancora in piena attivita'. Artemisia mori' nell'anno 1653.

IL SUO STILE....
La sola cosa che voglio è che tu voglia qualcosa così profondamente da sentirne dolore, come io soffro per riuscire a dipingere bene."                                 Artemisia Gentileschi


Artemisia , non solo intraprese una professione preclusa alle donne ma si discostò da quello stile prettamente femminile dell'epoca  (nature morte, paesaggi ecc). Ella si aprì a una pittura anticonformista sia dal punto di vista  figurativo che stilistico. Dai suoi dipinti traspare l'originalità, la passionalità e l'inquitudine  che spesso emanano le rappresentazioni delle suo eroine.
Sicuramente la drammatica vicenda che l'ha vista protagnista (la violenza subita) ha influenzato la sua pittura.  Nei suoi dipinti si riscatta dall'onta subita con immagini di eroine, forti e abili capaci di gesta epocali. Sin dai suoi primi lavori, Artemisa colloca la figura femminile in posizione dominante appartenente ad una tradizione storica, biblica. Le immagini di donna che dipinge non sono in pose sensuali  ma si distinguono per la loro possenza fisica e il loro spessore  morale. Per Artemisia le donne non sono fragili o puro oggetto di desiderio. E' il loro corpo a parlare : le torsioni delle braccia, il dramma degli sguardi. Il corpo emerge in primo piano, lo sfondo è puramente decorativo serve solo a dare luce alla scena principale conferendole dinamismo. Questa centralità si associa ad un tentativo di superare la visione  di una donna posta ai margini delle rappresentazioni , in posa passiva rispetto ad un esclusivo dominio pittorico maschile.
Artemisia non è solo una grande intreprete del filone caravaggista, di cui  fu una indiscussa rappresentante, bensì un'interprete della  "PITTURA DELLA PASSIONE" in cui donna e artista si fondono in un'unica e affascinante realtà
Autoritratto come allegoria alla pittura 1638 1639
Kensington Palace Londra

Per saperne di più:
Alexandra Lapierre, Artemisia, Mondadori 1999
Tiziana Agnati, Artemisia Gentileschi, Giunti 2001
 La passione di Artemisia diVreeland Susan Neri Pozza 2005 ROMA

REFERENDUM 12 E 13 GIUGNO

 Referendum 12 e 13 giugno



Il 12 e il 13 giugno pensate di andare al mare?

Fate girare questo messaggio!!!!


E' molto importante per me, per te, per i tuoi amici, per i tuoi figli e per i tuoi nipoti, presentarsi al referendum abrogativo del 12-13 giugno 2011. E' l'unico strumento, oltre alle elezioni, che ci fa sentire parte attiva di questo stato.

Il referendum avrá quattro quesiti, uno piú importante dell'altro. Ve li elenco in maniera molto molto stringata. Per ogni approfondimento andate qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_2011_in_Italia
Primo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che dá l'affidamento a soggetti privati o privati/pubblici la gestione del servizio idrico? VOTA SI

Secondo quesito (Acqua)
Vuoi eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto proprio sulla tariffa dell'acqua, indipendente da un reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica? VOTA SI

Terzo quesito (Centrali Nucleari)
Vuoi eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano? VOTA SI

Quarto quesito (Legittimo Impedimento) Vuoi eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di
non comparire in udienza penale durante la loro carica? VOTA SI

Come per ogni referendum bisognerá raggiungere il quorum. 25 milioni di persone, il 50% degli aventi diritto, dovrá recarsi alle urne per rendere il referendum valido.

La vera unitá di noi tutti per far valere i nostri diritti di cittadini, capaci di dare una forte risposta a leggi che remano contro di noi.

RICORDA:
Condividi questo post con tutti i tuoi contatti, perché questa volta abbiamo la possibilitá di salvare il paese, gira la mail a tutti i tuoi contatti.Pubblicizziamo questi argomenti:

RICORDATEVI CHE DOVETE
PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM
... perché non saranno fatti passare gli spot ne' in Rai ne' a Mediaset.

Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E' necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone
!
Il referendum non sará pubblicizzato in TV.


I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da votare il 12 giugno.

QUINDI : I cittadini, non andranno a votare il referendum!
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi ? Copia-incolla e pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti. Passaparola!!



 



mercoledì 11 maggio 2011

DA COSA NASCE COSA

Il Laboratorio del riciclo creativo "Riciclarte"
Tutto  ebbe inizio durante lo svolgimento delle attività di laboratorio manuale, nel corso delle quali cerchiamo di far emergere dai racconti dei partecipanti i loro ricordi legati alle fasi della loro vita ed attingere così ai loro saperi spesso inespressi, alle loro abilità nel creare o riparare oggetti. Sollecitati a frugare  tra gli “scaffali” della memoria, i partecipanti sono invitati  a raccontare la loro gioventù, a riferire delle loro abilità manuali, della cultura materiale in cui erano immersi, dove spesso gli oggetti in disuso non venivano gettati via come si fa oggigiorno nella nostra società dello spreco, ma venivano messi da parte, per essere eventualmente riutilizzati. Ai loro tempi, ci spiegano, tutto era utile e non si buttava nulla, tutto poteva servire...un piccolo pezzo di spago, il vetro, così prezioso, tanto che esisteva il vuoto a rendere o la carta di giornale, che veniva usata per foderare il secchio della pattumiera o riutilizzata come combustibile nelle stufe ecc.
Questi racconti hanno indotto me e la mia collega Laura a riflettere sui nostri tempi, dove al contrario l’industrializzazione ed il boom economico degli anni ‘60 ha innescato quella corsa ad un consumismo sfrenato che ha raggiunto oggi proporzioni gigantesche, dove gli oggetti hanno vita breve e nulla viene conservato per un eventuale riutilizzo. Tutto ciò ha come conseguenza un inquinamento dell’ambiente sempre più pervasivo e preoccupante per la salute del pianeta e dei suoi abitanti. Oggi si cerca di correre ai ripari con campagne di sensibilizzazione alle questioni di tutela ambientale e al ricorso di buone pratiche  come la raccolta differenziata, il risparmio energetico, lo sviluppo sostenibile, l’acquisizione del concetto di “rifiuto” inteso come “risorsa”. Un contributo significativo si tenta di darlo anche con il “riciclo creativo”, cioè  quelle pratiche, attraverso le quali, si può dare nuova vita agli oggetti cosiddetti “da buttare”.

Collane ed orecchini realizzate dai nostri ospiti,
 con perline di carta riciclata di giornali e riviste.
La creatività non sembra conoscere limiti quando si tratta di reinventare un oggetto a partire dagli scarti destinati alla discarica: da semplici oggetti, a monili, a soluzioni di arredo fino a vere e proprie opere d’arte...il “riciclo” dà luogo a infinite forme e risultati; il “riciclo creativo” è diventato nel tempo una “buona pratica” capace di indicare la strada per un maggiore rispetto per l’ambiente e l’ecosistema. Noi, con le nostre attività, vogliamo contribuire nel nostro piccolo alla salvaguardia dell’ambiente e a promuovere la creatività come espressione del sé, e ci sembra una buona idea convertire il nostro laboratorio manuale in laboratorio del “riciclo creativo” che potremmo soprannominare “RICICLARTE” ovvero l’arte del riciclo.

 Abbiamo iniziato a raccogliere giornali, bottiglie, cd e relative custodie, tappi, vecchi scarti di lana, ecc. con la partecipazione entusiasta dei nostri ospiti e delle nostre colleghe del Centro. Internet ci ha fornito dei validi spunti di lavori  da attuare, ma abbiamo privilegiato oggetti e manufatti di facile esecuzione per i partecipanti al laboratorio, i quali sono sempre disponibile e aperti a ciò che proponiamo, anche quando, a volte, il compito risulta  piuttosto impegnativo sia per noi che conduciamo il laboratorio sia per loro che ne sono parte attiva. In ogni caso siamo contente che siano soddisfatti e stupiti nel vedere “sbocciare” un fiore da una bottiglia di plastica o veder realizzato un cestino da un giornale. Pensiamo che sia importante e gratificante per gli ospiti del Centro creare degli oggetti a partire dal materiale riciclato: quell’abitudine di mettere da parte bottoni, vecchi nastri,  carta da regalo usata, finalmente non può essere più etichettata come “mania senile”, spesso frettolosamente liquidata con frasi del tipo:”sono anziani, mettono da parte anche le cose inutili, non buttano via niente”. Il buttare via gli oggetti vecchi che non servono più non è forse una metafora della condizione dell’anziano nella nostra società fondata sull’efficientismo e la prestanza fisica? Meditiamo gente, meditiamo.

Grazia


 

 












































domenica 8 maggio 2011

COLLA A CALDO...il terrore corre sul filo!!!


Ore 16.30 di un qualsiasi giorno feriale al centro "Tre Fontane": si chiudono gli armadietti, si prendono le chiavi, "chi ha il giro domattina?", "mi puoi timbrare per favore?"...sono tutti sulla soglia, pronti ad affrontare chi il bus, chi il traffico del pomeriggio, quando dal fondo del corridoio inizia la sua rituale corsetta in punta di piedi una piccola figura, nera e zompettante. E' rapida, silenziosa, al suo passaggio si alzano solo piccole folate di vento ma al suo occhio indagatore non può sfuggire nulla. Perchè quella oscura presenza ha solo una missione a quest'ora del pomeriggio... dalla nascita è stata programmata per controllare:
a) la chiusura di tutti i televisori;
b) lo spegnimento del pc, del monitor, tastiera e affini;
c) lo sprangamento di tutte le finestre al fine di evitare l'introduzione del gatto;
d) la chiusura delle luci dei bagni;
e) la chiusura delle micidiali piastre della cucina.
E' incurante delle proteste degli altri colleghi che tentano di rassicurarla e che vorrebbero tornare a casa in un orario decente, lei non si fa impietosire.
E quando agli occhi più ingenui il suo compito sembra finito e tutti tirano un sospiro di sollievo, per la mora nanetta scatta l'allarme rosso!!! Benchè piccola e solo all'apparenza indifesa, nel momento clou tira fuori una voce stridula, penetrante, che trapana il cervello di tutti i presenti e riecheggia non solo nelle stanze del centro ma anche nei loro incubi più frequenti...."E' STACCATA LA COLLA A CALDO?!?!?!". Eh già...il robottino small size aveva sempre svolto tranquillamente i suoi controlli finchè due anni fa, con il lavoro al centro, un nuovo nemico si è stagliato all'orizzonte delle sue manie: la pericolosissima (nonchè molto utile) colla a caldo. Questo strumento viene spacciato come atto a incollare con la massima precisione e la sicura efficacia qualsiasi materiale e non solo. Con il tempo è stato visto svolgere le più disparate funzioni...ne citeremo solo alcune per amor di cronaca: riparazioni di stivali, occhiali, cinte, nonchè arma di sterminio di formiche e tappabuchi delle tane delle suddette. Tuttavia presenta solo un piccolo, nonchè per la nanetta insormontabile, difetto...deve essere attaccato con la spina per scaldarsi...Potete solo immaginare quali catastrofiche visioni di incendi, crolli e demolizioni attraversino giornalmente la perversa mente della piccoletta al pensiero che l'infallibile strumento possa essere dimenticato attaccato. Chi ne paga in primis le conseguenze è la sua collega Maria Grazia, costretta al termine di ogni laboratorio a scandire con stentorea voce la frase "Ho staccato la colla a caldo!" , nel misero tentativo di quietare la gnoma. Fonti certe l'hanno vista aggirarsi tra i corridoi del centro anche al di fuori dell'orario lavorativo, quando il controllo non era stato svolto alla perfezione. Cari lettori, colleghi e non, quando nella notte squillerà insistentemente il vostro cellulare abbiate pietà di quell'anima persa che tenta solo di trovar pace in un mondo pieno di insidiose spine e rispondetele con affetto "Si, la colla a caldo è staccata, dormi tranquilla!".

sabato 7 maggio 2011

festa al centro alzheimer " i preparativi"

UN'ALTRO ANNO INSIEME


Presto ci sarà un bellissima festa al Centro Alzheimer dove lavoro. Un altro anno è passato e tutto è in fermento, nonostante il disinteresse  totale di chi chi dà lo stipendio, il tempo che ci rincorre, le problematiche personali, eccoci di nuovo qui, un anno dopo. Pronti con un altro evento. Valy e Ivan  stanno facendo, con il laboratorio teatrale, un lavoro straordinario - non anticipo nulla per non rovinare la sorpresa -  Francesca, nonostante l'impegno universitario, si adopera con meravigliose fotografie e coinvolgendo il fratello, tecnico delle luci, Alessandra la coordinatrice che, un po' sfiduciata dall'andazzo generale, è riuscita, però, a recupere le forze e trovare l'entusiasmo necessario per organizzare il tutto,  Maria la fisioterapista ci aiuta e ci appoggia, Laura l'infermiera ci sostiene ed è la nostra consulente finanziara, indispensabile, per il mercatino. Infine, io e Laura , stiamo lavorando sodo per creare insieme ai nostri ospiti, tanti oggetti da vendere  e utilizzare poi il ricavato  per delle buone cause .
Senza i nostri ospiti  non ci sarebbe nessuna festa, poichè loro ci danno la spinta e loro sono i protagonisti assoluti, noi siamo solo lo strumento che li aiuta ad esprimersi, a far percepire  che hanno ancora molto da dire, nonostante l'età e nonostante la malattia. Sono anche molto  grata di aver conosciuto delle persone così disponbili e speciali come  Renato che con il suo gruppo  Skatò Saxophone Quartet , intratterà noi e i nostri ospiti  con raffinati brani di jazz, solo per il piacere di far ascoltare della buona musica e condividerla . Grazie anticipatamente.
Ecco, appunto, un altro anno è passato e ci ritroviamo,  insieme uniti dall'entusiasmo, dalla voglia di fare e dalla sintonia e quel pizzico di adrenalina che si viene a creare prima di una  festa. Tutto ciò  riempe l'anima, e quando ti alzi al mattino pensi sorridendo: Oggi vado al lavoro.

Vorrei concludere questo post con alcuni  estratti dal "Canto alla durata" di Peter Andke  che  ho pensato orientativamente , di inserire prima dell'esibizione del quartetto di jazz :
"...e mi venne così da descrivere la sensazione della durata, come il momento in cui ci si mette in ascolto , il momento in cui ci si raccoglie in se stessi, in cui ci si sente avvolgere. il momento in cui ci si sente raggiungere ma da che cosa? da un sole in più, da un vento fresco da un delicato accordo senza suono in cui tutte le dissonanze si compongono e si fondo assieme..."
" Certo la durata è l’avventura del passare degli anni,
l’avventura della quotidianità
ma non è un’avventura dell’ozio, non è un’avventura del tempo libero.
E’ dunque connessa col lavoro
con la fatica, con l’impegno, con la continua disponibilità?
No, perché se avesse una regola
richiederebbe un paragrafo
e non una poesia."
"...Restando fedele a ciò che mi è caro e che è la cosa più importante
impedendo in tal maniera che si cancelli con gli anni
sentirò poi forse
del tutto inatteso
il brivido della durata
e ogni volta per gesti di poco conto
nel chiudere con cautela la porta
nello sbucciare con cura una mela
nel varcare con attenzione una soglia
nel chinarmi a raccogliere un filo..." 
"...La durata non stravolge
mi rimette al posto giusto.
Senza esitazione rifuggo la luce abbagliante dell’accadere quotidiano
e mi riparo nell’incerto rifugio della durata.
Durata si ha quando in un bambino
che non è più un bambino
-e che forse è già vecchio-
ritrovo gli occhi del bambino"


domenica 1 maggio 2011

CONTRO I TAGLI ALLA CULTURA

1 MAGGIO FESTA RELIGIOSA?
Da sempre la chiesa ha convertito feste pagane in religiose  come ad esempio:
 Il 1 novembre - ricorrenza che  si diffuse con i Celti. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate con Samhain, il loro Capodanno. In irlandese antico Samhain significa infatti "fine dell'estate" (Sam, estate, e fuin, fine). A sera tutti i focolari domestici venivano spenti e riaccesi dai druidi che passavano di casa in casa con torce ravvivate presso il falò sacro . Il Cristianesimo tentò di eliminare tutte le antiche festività pagane dando loro una connotazione diversa (integrandole o demonizzandole).
Papa Bonifacio IV istituì la festa di Tutti i Santi (Ognissanti); in tale festività, istituita il  13 maggio 610 e celebrata ogni anno in quello stesso giorno, venivano onorati i cristiani uccisi in nome della fede. Per oltre due secoli le due festività procedettero affiancate, sino a che Papa Gregorio III ne fece coincidere le date, cancellando di fatto l'antica usanza celtica
NATALE festa pagana legata al solstizio invernale, godeva di grande importanza in tutto l'Impero Romano. La tradizione giunse fino a Roma nella forma del culto di Mitra ed entrò nelle abitudini dei romani.
Quando il cristianesimo iniziò a diffondersi, dovette venire a patti con queste tradizioni molto radicate, per cui la Chiesa tentò, tutto sommato con successo, di "appropriarsi" della festa del Natale, proponendo Gesù Cristo come "vero sole divino" che nasce di notte da una vergine.

Mi sembra che anche questa volta la chiesa  stia tentando  trasformare il 1 maggio in  una festa religiosa.
Ma il primo maggio per me, come per tanti. è sempre  stata la festa dei lavoratori festeggiata con il concerto di Piazza San Giovanni - dedicato all'Unità d'Italia - che quest'anno si difende dal tentativo di sostituzione e offuscamente  da parte della chiesa, offrendo veramente uno bello spettacolo: con tanta buona musica , grandi artisti tra cui: Ennio Morricone, Dalla, De Gregori, Caparezza, per citarne alcuni. Un bel messaggio filmato di Camilleri. Molti attori che leggono importanti autori. Ma soprattutto  tante persone in piazza convinte come me che il primo maggio E' e SARA' per sempre "LA FESTA DEI LAVORATORI"
BUON PRIMO MAGGIO A TUTTI

LA CULTURA MANTIENE GIOVANI CONTRO I TAGLI ALLA CULTURA

STEPHANE HESSEL

Oggi 1 maggio mi sembrava giusto dedicare un post a Stèphane Hessel, che a soli 93 anni ha scritto un libro di appena 32 pagine, dal titolo «Indignez-vous!».  Un appello per dire INDIGNATEVI - REAGITE CON RABBIA. Nel suo libretto esorta  a   recuperare ambizioni e voglia di cambiare la società: “Il motivo di base della Resistenza era l’indignazione. Noi, veterani di quel movimento,(lui ha fatto parte della resistenza nella seconda guerra mondiale)  chiediamo alle giovani generazioni di far rivivere gli stessi ideali”, scrive a pagina 11. Punta il dito sul divario crescente fra i “molto ricchi” e i “molto poveri”, contro “la dittatura dei mercati finanziari”, contro l’erosione delle conquiste della Resistenza francese.
Per saperne di più vi consiglio di guardare una sua intervista a che tempo che fa http://www.chetempochefa.rai.it/dl/portali/site/page/Page-72d4d3e5-a5e7-4f5d-b4ce-da70ead94dac.html?refresh_ce